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giovedì 26 dicembre 2013

SottoLaDoccia

[Alyssa Monks]
 
Penso un boato di cose sotto la doccia.
Tipo il tempo che fa fuori, la specializzazione, come deve essere studiare tedesco.
Ieri ho visto un pupo come mille altri.
 
"Babbo Natale cosa ti ha portato?"
"Il kit da boscaiolo"
 
Mi risponde sorridendo.
 
"Gli piacciono i boschi, la natura, i cavalli. L'ha voluto lui."
Aggiuge la mamma, vedendomi un po' interdetta.
 
E' un secondo ed ho un flashback fortissimo.
Io e mio padre, i libri sui funghi, in montagna a raccogliere le castagne e a Natale il muschio.
 
La montagna mi saluta appena torno, mi sveglia al mattino quando sono qui.
 
G, amore d'adolescenza, ancora me lo ricordo.
Occhi azzurri, pelle scura, braccia solide per un sedicenne. Accento marcatamente dialettale, italiano stentato, belle labbra.
"Aiutalo, chè sennò lo bocciamo anche quest'anno."
Quando hai un po' di cervello in più ti condannano, il classismo te lo iniettano endovena ad infusione lenta, goccia a goccia, come con la flebo.
 
Era l'inizio dell'infusione, per me con G.
 
G viveva in montagna, pastore. Qualcosa come 5 fratelli, tutti maschi.
"prenditi qualche biscotto"
Mi diceva la mamma, il padre non l'ho visto mai.
 
"Nun vaj bun a la scol G, è luer?"
"Mannò, è solo che ha altre qualità. Io le capre mica le so mungere."
 
E poi appariva G, splendido. Occhi azzurri svegli, pelle scura, braccia solide e tuttoquanto.
Gli spiegavo le cose, lui capiva.
Si è diplomato con noi, col minimo, ma alla fine mi ha ringraziata ed io non l'ho dimenticato mai.
 
Non lo vedo da tanto ma sono certa che, tra mille, ancora lo riconoscerei.
 
Buone feste.
 


martedì 10 dicembre 2013

Dedicato.

[Annie Leibovitz]

Questo post è scritto ad immagine e somiglianza di Marie, Frida e Fernanda, tre donne belle dell'anima mia.

A Marie ho assegnato questo nome perche è musicale. 
E poi perchè ha un fascino tutto suo, una bella lentezza sillabica.
Marie ha gli occhi azzurri, la pelle chiara. Condivide la terra di origine mia e la ama e la ripugna al mio pari.
Ha un temperamento introverso, prende confidenza a poco a poco. Glielo leggi di movimenti, dal tono della voce, dai capelli biondo scuro fino alle spalle.
Quando ti parla ti guarda negli occhi. Ha un lessico pulito, non si tradisce.
Poi si siede davanti ad un pianoforte, e Marie sboccia.
La vedi, ma non è lì. Marie è nel pianoforte, Marie è il pianoforte. Corre sui martelletti, si nasconde nella vernice nera e tra le venature del legno, Marie si consacra e si deifica muovendo le mani.
Tu siedi, la insegui con gli occhi. E ti chiedi Marie chi è, Marie cos'è. 
E' un miracolo scorgerle tutto quel mondo che ha dentro e non capisci come possa essere contenuto interamente in un metro e sessanta di silenzi e delicatezza.
Marie splende di bellezza, ma lo sanno solo in pochi, è questa la sua preziosità.

Frida è Frida e non può essere altri che lei.
L'ho conosciuta da adulta e mi è entrata dentro come una pugnalata.
Frida guarda gli uomini un secondo più delle altre. E li fa suoi.
Frida t'incanta, Frida è fatale. 
E' come una sigaretta appena accesa, dal gusto deciso ma ancora incerto, pieno di calore. 
Se non sei abituato ti brucia forte in gola, se sei dipendente ti rasserena anche.
Frida sa scrivere e sa fare l'amore. Le piacciono le sfide, si lancia anche senza paracadute perchè l'attimo va colto e la sua terra glielo sussura continuamente, è quasi un mantra, una preghiera.
O la ami o la odi e a me piace perchè sa fottersene dei compromessi.
E questo la rende vincente anche se perde, almeno agli occhi miei.

E poi c'è la mia Fernanda.
Fernanda come la Pivano, Fernandinha mia bella.
Anima nobile, occhi buoni, voce che t'accarezza come quella di una madre.
Adesso è in volo, Fernanda segue il cuore e va in Asia.
Se la guardi non riesci ad inquadrarla, Fernanda ti sfugge tra le dita. 
Ma io l'adoro ed in più di un'occasione mi ha accarezzata, anche solo con una parola e forse anche col silenzio. 
Fernanda mi è sorella e questo lo sappiamo entrambe. 
Ed io andrò a trovarla, perchè manca e sa mancare bene in questo mio petto.

A presto.

lunedì 25 novembre 2013

AtelettasieErossoCongo

Jack Vettriano

Ti aspetto, col cuore in gola.
Ti aspetto perchè da due anni mi permei e adesso sento la mancanza.
Ti aspetto in questo spazio minuto, su queste pagine che mi parlano di TNM e di atelettasie.

Poichè sono una delle figlie più sgargianti della ciclotimia, finisce che spesso cammino sul bordo delle cose e della vita. E tu mi reggi, cazzo. Da due anni. Bestemmiando e pregando, mi reggi.

Sono senza sonno e senza sangue, in combutta con le mie passioni ed i miei doveri.
Ma io ti Amo.

E sorridi pure, fiore mio. Però questo cuore e questo Vettriano, sono esattamente per te.

mercoledì 20 novembre 2013

Pezzi.


Ekberg-Mastroianni : La Dolce Vita

Mi piace la musica elettronica.
Mi piace Leon Theremin ed il modo in cui muove le mani mentre accarezza l'aria, mi piace il fatto che accarezzi l'aria e che l'aria suoni.
Mi piace Luciano Berio ed il piglio insano con cui ha sconfessato i dogmatismi musicali italiani, il modo in cui si è svegliato una mattina e abbia detto "faccio un pezzo per voce e nastro magnetico. E buonanotte al secchio e agli amanti del genere musicale." 

Però poi, dannata me, mi piace la classica. Mi piace l'opera, muoio quando Carmen canta l'Habanera.

Uscivo da una serata al Teatro dell'Opera, vagavo con amici per una Roma buia e bellissima. Tutti ingiacchettati, intaccati e incravattati, nemmeno sembravamo noi.
Il sanpietrino cozza col tacco, si sa. 
Ma nonostante tutto abbiamo camminato, un sacco.

Mucose intrise di kilkenny cream, collant bagnati di pioggia e discrosi più o meno profondi su patologie autoimmuni misdiagnosticate, abbiamo camminato dentro noi stessi, più che nelle viscere della città delle città.

Non fosse per l'insostenibile leggerezza del fetore aristotelico del Robbins, sarebbe quasi potuta sembrare primavera, almeno per l'anima mia.

Ah, anche Schoenberg mi piace. Un sacco.
Saluti.

giovedì 14 novembre 2013

You'reInTheJungle,Baby!



Jeanloup Sieff

"We are the people that can find
Whatever you may need
If you got the money, honey
We got your disease! "
[Welcome to the Jungle - Guns'n roses]


Sono nella Giungla, cammino tra liane e sabbie mobili.

E' una sorta di gioco a chi è più figo, a chi sta più in alto nella scala sociale dei noartri.E cammino, cammino. Indiana Jones me fa 'n baffo.

Chi sta in alto, per una qualche strana alchimia, ti guarda sempre con occhi falsi e denti appena sbiancati.

Ma io cammino, io me ne fotto. 
Gli sorrido con gli stessi occhi e con la stessa sicurezza in tasca, però non con quel genere di sicurezza spicciola, quella che sta nel portafogli.

-Profumo di personalità- potrebbero chiamarlo. Chissà.Questa è la MIA vita. E adesso, monamì, si cambia musica.

Passerò da voi, lo prometto.

mercoledì 30 ottobre 2013

Io sono ciò che Amo.


Mattinata pesante, sono di tirocinio in risonanza.
Mi sveglio impastata di sonno, poche ore di letto alle spalle, un'amica, parole.
Faccio così.
Inizio a parlare, perdo la cognizione del tempo e poi, magicamente, sono le tre di notte.

Zerocalcare lo chiama "l'orario delle bermuda" se non ricordo male.

Mi sveglio addormentata, cerco di carburare con caffè e tè alla menta.
La mia coinquilina è sveglia da poco, mi guarda, è di turno anche lei.
Viviamo insieme da cinque anni ormai, se ci guardiamo in faccia già sappiamo quanto abbiamo o non abbiamo dormito, quanto siamo stanche o incavolate, quanto e se abbiamo voglia di chiacchiera.

Esco di fretta, col sonno ancora negli occhi.

Arrivo in ospedale, firmo. 
"'mmazza, stai assonnata?"

Me lo ripetono in tre, i più stretti.
Sanno che dormo poco.

Vado in risonanza.
Stupore per una diagnosi particolarmente ben riuscita, il prof ci porta ad assistere ad un esame.

Mi sveglio di botto.

E' una sala, stretta il giusto.
Entro e vedo una culla, due, un lettino dietro, una madre.
Una incubatrice.

Un bambino esce e chiede della madre, io mi chiedo se tutto questo è vero.

Il bambino nell'incubatrice ha sì e nò due settimane, è minuscolo.
L'anestesista si avvicina, gli accarezza la mano.

Poche cose mi resteranno. Questa mi sfonderà il cuore ogni volta.

Esco, faccio un respiro fortissimo.
Io sono ciò che faccio. Io sono ciò che amo.

venerdì 25 ottobre 2013

Radioche?

[Google's]

Come in tutte le cose del mondo, arrivi ad un bivio.
E puoi scegliere. Una strada, l'altra, l'altra ancora.
Qui però non hai segnali, scegli tu.

Puoi scegliere di tagliare, cauterizzare, toccare, aspirare.
Puoi scegliere di percuotere, di auscultare, di inquadrare.
Puoi scegliere di diagnosticare, di valutare, di lavorare su immagini.
Puoi scegliere di anestetizzare, monitorare, idratare.

Oppure puoi scegliere i mulini a vento, le sfide utopistiche, le scommesse senza calcoli o con calcoli che tornano mafinoauncertopunto.

Vediamo.


Perdonate la latenza, sono assai via.

venerdì 27 settembre 2013

Canzoni a Guiomar


Stanotte t'ho sognato, Guiomar.
Eri senza viso ed era notte.
Mi ti sei sdraiato accanto e ti ho riconosciuto, senza nemmeno guardarti negli occhi.

Era una situazione ambigua e tu non avevi odore e forse nemmeno parlasti.

La tua pelle era scura e lucida come un tempo, completamente glabra.
Il tuo corpo inizialmente era senza forma, ma mentre ti accarezzavo si definiva sotto le mie dita.
E più ti facevi reale, più capivo che eri proprio tu, Guiomar.

Io ero stranita, ma ti aspettavo.
Sapevo che un giorno saresti ritornato, per un caffè o per una vita intera.

Ti odio, Guiomar, questo post è per te.
Mi hai riempita di paure e di dubbi, mi hai illusa, mi hai fatto crescere prima del tempo.
Alla fine, com'è tuo costume, andavi via con un apprezzamento. 
"Sei la donna più bella che ho avuto, ed io non me ne sono mai accorto."

Dovunque tu sia, adesso. Con qualsiasi donna tu stia giacendo.
Vattene a fanculo, Guiomar. 
E non venire mai più a disturbarmi, nemmeno nei miei sogni, con le tue fandonie ed i tuoi apprezzamenti da due soldi.

Per me, tu, sei morto.

giovedì 19 settembre 2013

Follow Me.


"E con le mani, amore, 
 per le mani ti prenderò."
 [La donna cannone - Francesco De Gregori]

"Non me ne frega niente." Mi dice, in mezzo a una festa di paese.
Fa sempre così, se ne esce con queste cose a casaccio e finisco per capirci poco o nulla.
"De che?"

C'è un baccano infernale, intorno urlano, le mie compagne di classe parlano di idiozie e ridono e Dio solo sa quanto vorrei un kebab, visto che è già l'una. Di notte. E nemmeno ho pranzato.

"Non me ne frega niente di come ti muovi o ti atteggi con le altre amiche tue, del tacco che porti o non porti, delle gocce di profumo che hai sul collo. Non mi interessa nulla."

"Me' cojoni", direbbe la mia vicina frosinate, dopo aver sgranato gli occhi e aperto la bocca.

"Agli occhi miei, tu sei una femme fatale."
E dammi la mano, dannato. Chè con te ci voglio stare tutta la vita.

venerdì 13 settembre 2013

Red


"Musa, un pò puttana,
madre della mia bambina.
Ora che son forte so,
che sei più forte tu"
[Tutto domani - Afterhours]

Vuoi i due esami fatti, vuoi il cambiamento climatico, 'sti giorni mi sento parecchio produttiva.
Leggo, scrivo, giro, conosco gente, mi dedico al mio Amore.

Vuoi le bottigliette di amaro in frigo, vuoi il pacchetto di marlboro nel casetto, ho finito per buttarmi nei vizi, così, per catarsi. Stanca a pezza, mi riposo a casaccio, alla rebel-rebel.

C'è un bel cielo fuori, che fortuna.

giovedì 12 settembre 2013

giovedì 5 settembre 2013

Bevo Un Martini, con l'Aspirina.

[Taken from Google]

En e Xanax non si conoscevano prima di un comune
attacco di panico e subito filarono all'unisono.
Lei la figlia di una americana trapiantata a Roma,
e lui un figlio di puttana -
ormai disoccupata.

En e Xanax si tranquillizzavano
con le loro lingue al gusto di
Medicina Amara e chiodi di garofano.
Lei per strada e lui rubava i libri
della biblioteca e poi glieli leggeva,
seduto sopra un cofano.

Se non ti spaventerai con le mie paure, 
un giorno che mi dirai le tue 
troveremo il modo di rimuoverle. 
In due si può lottare come dei giganti 
contro ogni dolore 
e su di me puoi contare per una rivoluzione. 

Tu hai l'anima che vorrei avere. 

En e Xanax quando litigavano
avrebbero potuto fermare anche il traffico
di New York, uccidersi al telefono.
Lei si calmava, lui la ritrovava
nuda sulla sedia
e poi sovrapponevano il battito cardiaco.

Se non ti spaventerai con le mie paure,
un giorno che mi dirai le tue 
troveremo il modo di rimuoverle. 
In due si può lottare come dei giganti 
contro ogni dolore 
e su di me puoi contare per una rivoluzione. 

Tu hai l'anima che io vorrei avere. 

En e Xanas si anestetizzavano
con le loro lingue al gusto di menta e marijuana.
E poi si addormentavano.

E poi si addormentavano,
e poi si addormentavano,
e poi si addormentavano.

En e Xanax - Samuele Bersani

domenica 1 settembre 2013

R(h)ome

[Taken from Google]

"Via, via.
 Vieni via di qui."
[Vieni via con me - P. Conte]

Roma.
Casa infestata da bestie immonde, coinquilina altrove, solitudine a valanghe.

- cazzo, è tardi. Ora chiude il supermercato. -

Finisco di ripetere, mi vesto alla menopeggio.

Supermercato quasi desolato, nessuno entra, nè esce.

- dannazione, sta chiudendo. -

Accelero.

- Cos'è che dovevo comprare? Ah si. Quello, quello, quello. -

Sgrano la mia lista mnemonica della spesa, intanto corro, immersa nello sforzo mnemonico.

"Vattene, vattene, vattene!"
Un tizio mi viene incontro con un carrello e mi fa gesti.

- Grazie, sapevo di essere in ritardo. Gentile. -

Tiro dritto.

"Te ne devi annà via"

Incalza.
- E' pazzo- pensa la ragazza dal 30 e lode in psicologia clinica.

"Mi hai sentito? Vattene via, stanno a fa 'na rapina. Vattene, veloce."

Giro i tacchi, cammino via.

Porca la puttana, ho sudato ghiaccio.
Grazie per il benvenuto, Roma.

domenica 25 agosto 2013

Come sei Veramente

[Nicola Piovani - from Google]

"Come sei veramente - G. Allevi"
(Sì, niente parole stavolta.)

"Ti piacciono i bambini, M.?"
"Non molto."
"Beh, dai. Con gli anni. La prolattina sai, quelle robe lì. Imparerai ad amarli."

Silenzio. Sfodero uno di quei sorrisi circostanziali, spacca-tensione.

"E... dì un pò. Perchè non ti piacciono?"
"Mah, senti."

Silenzio.

"Mah, senti. Che vuoi che ti dica. Non mi piacciono molto, mi ci sento a disagio insieme. Non so nemmeno tenerli in braccio e tendono a piangere in mia presenza."
"Bah dai!"

Ride.

"Quello lo fanno con tutti. Di botto, sbam. Piangono."
"Lo capisco. Ma non so dirti."

Ancora silenzio. Dio benedica i miei ventidue anni ed il mio corso di laurea.

"E cosa ti piace, dì?"
"Mah, la musica. La luna se è piena. Il dopo-sessione. Il Porto nelle coppe da decantazione. Fare l'amore, più che fare sesso. E poi boh, il mare aperto, le navi da crociera, correre in mezzo al niente ascoltando i System of a Down. Anche i concerti jazz, ma non troppo spesso. Ed il cinema d'essai, quando fuori piove e senti ticchettare l'acqua. Quello, proprio, mi fa impazzire. I libri sul comodino e sugli scaffali, ma nemmeno il kindle mi fa perdere, in quanto a senso edonistico."

Fa un sorriso, o perlomeno lo abbozza.
"E il fidanzato? Ce l'hai?"

Qui al sud un vocabolo vale l'altro, ci diamo del voi e siamo ancora mezzi borbonici.

"Sì, sì."

Già so cosa starà per dire.
Ma non lo dirà.
Perchè il concerto sta per iniziare.

Accavallo le gambe, lo trovo femminile. E comodo.
Intreccio le dita con un'altra mano che non è mia ma che, da due anni, mi appartiene. E adesso è sul ginocchio, quello è mio, quello è un giusto posto.
La luna non è piena, però quando c'è un pianoforte che suona in un cortile ed hai una mano sul ginocchio, finisce che nemmeno te ne accorgi.

Ed io, mezza ammaccata, tiro un respiro. 
La rabbia l'ho regalata alla luna, almeno per stanotte. 
Va tutto bene. 

martedì 20 agosto 2013

Impressioni Di Settembre


"And you're singing the song, 
thinking: "this is the Life!" 
And you wake up in the morning 
and your head feels twice the size, 
where you gonna go? Where you gonna go? 
Where you gonna sleep tonight? "
[This is the Life - Amy MacDonald]

Lombosciatalgia a tremila, Robbins sdraiato qui, vicino a me.
Quando sta per arrivare settembre inzio a farmi 2-3 conti.
Gli esami, i film visti, l'estate, la vita di coppia.

C'avrei na bella check-list nella testa.
Punto primo: fai questo -
Punto secondo: fai quello e questo -
Punto terzo: fai quello, questo e quest'artro ancora.-

Ma alla fine faccio 'npò come mi gira l'elica.

Oggi, dopo una shopping session, mi è arrivata una pessima notizia.
Buste in mano, dieta sui fianchi, smartphone attaccato all'ovaio e millemila problemi del cazzo nel mio iperuranio malato di egoismo.

"Non so se sai, M. "

Sì, il mio nome inizia per M.

"Non so se sai, M. E' morta la mamma di T."

Cara mamma di T, questo post orrendo-frivolo-figlio di un martedì pomeriggio d'agosto, è tutto per te.
Probabilmente mi volerai via dalla mente e mi ritornerai nella testa appena aprirò la porta del mio spazio romano. Mi rimbomberà la tua voce un pò aspra quando mi siederò davanti ad un professore e gli dirò quello che so o non so.
Odorerai di pelle nera, perchè ci siamo conosciute in viaggio. E di napoli-bari. Di coda al casello e di tomtom che non funge. Di "cazzo vi muovete chè stanno iniziando i test?" e di "vieni a dormire con noi, che sei come una figlia.". Di "compra una cosa che ti piace" e di "grazie per quello che hai fatto".

Cara mamma di T.,
Io ti ricorderò ogni qual volta prenderò l'autostrada e devierò per la telesina.
Quando mi faranno firmare uno statino e quando perderò i bagagli.
Ti ricorderò anche quando T. si laureerà e quando la incontrerò su uno di quei dannati pulman di linea.
Ti ricorderò nella fierezza degli ammalati, quando ci prenderò con una cura ed anche quando la sbaglierò.
Ti ricorderò quando sarò sola a casa, a Roma, con un esame da studiare e l'ansia ad accarezzarmi.

Ti ricorderò quando la luce sarà fioca ed anche quando sarà forte.
Cara mamma di T, te lo prometto. Io, ti ricorderò.

venerdì 16 agosto 2013

Sounds60s

[Woodstock Festival, 1968]

"Amore, cambiati chè stasera c'è una festa a tema in campagna, per il compleanno di V."
"Ah, tema?"
"Flower-power."

Faigo, penso.
Il mito woodstock l'ho portato nel cuore per ventitrè anni.
Mi sistemo, un misto tra me stessa ed Emanuela Orlandi, scendo.

"La strada la sai?"
"Eh, nzomma."

-Tira dritto. Gira prima a sinistra, poi a destra. Poi sei arrivato, nun poi sbajà.-

"Dice che non posso sbagliare."
"Ma tu hai capito? Non è che finiamo a fare l'autostop vestiti da deficienti?"
"Mah bo, vediamo dai."


Siamo finiti in mezzo al nulla lucano, campi sterminati, macchina ovviamente infossata.
A fare l'autostop, assolutamente poco credibili, vestiti da hippie.

E magnamociella, n'emozione.
Have a nice day!

giovedì 8 agosto 2013

BackToBlack.


[Taken from Google]
"Blue jeans, white shirt 
 walked into the room you know you made my eyes burn. 
 It was like, james dean - for sure 
 your so fresh to death and sick as ca-ca-cancer. 
 You were sorta punk rock, i grew up on air pop 
 but you fit me better than my favourite sweater !"
 [Lana Del Rey - Blue Jeans]

Son tornata, finally.
Ho girato prevalentemente la Grecia e credo mi sia servito.
Ho visto bei volti ed ho giocato a "Porta" con un tassista in un bar di Atene, mentre alla Plaka la polizia caricava i manifestanti e sui muri c'erano i forellini dei proiettili.
Ho visto una vecchietta dai tratti tipicamente meridionali, col nero del lutto addosso, avvicinarsi e chiedermi un euro. Quando ha capito che ero italiana mi ha parlato in italiano, con una punta di orgoglio mi ha detto che suo padre era siciliano e mi ha augurato tanta vita da vivere e tanta felicità.
Aveva gli occhi di mia nonna.
Ho sentito il silenzio delle Isole, il sole che ti brucia forte sul capo mentre guardi un cielo che non capisci dov'è ancora cielo e dov'è già mare.
Ho apprezzato la bellezza del cellulare che smette di prendere in alto mare, il tempo che si dilata, la tua anima che t'inizia a parlare come quando eri più sereno ed era il tempo ad adeguarsi a te
Ho capito che è Lui che cerco, per quanto vorrei tagliargli la testa, in alcuni frangenti.

Fuori è festa, esco.
Mi farò viva sui vostri blog quanto prima, ve lo prometto.
Baci.

domenica 21 luglio 2013

Erasmus

[Google's pic]

"Devo prendere il treno per andare a Milano,
 a Torino, A Bologna insomma devo scappare, 
 chè qui in Calabria non c'è niente, proprio niente da fare 
 c'è chi canta e chi conta e chi continua a pregare. "
[Rosa - Brunori SAS]

"Ti vesti come una vecchia." Esordisce la mia amata sorella.
"Eh?" "Come una vecchia."
"Ma in che senso vecchia?" "Con le robe da vecchia, i pantaloni aderenti e le zeppe, le camicie. Da vecchia, non mi far spiegare, dai."

Sì, di base mi sto invecchiando da sola.
Passare da borchie, pantaloni strappati sul ginocchio, magliette e spilloni a 'ste robine, oggettivamente, fa vecchia.

Tutto iniziò da quando m'iscrissi nel posto in cui sto. Scappata dal paesello, finita a Roma, in un ateneo che non è esattamente il top in quanto a gesta proletarie. Non amo omologarmi, mi disturba e mi mette tristezza. Tuttavia ho iniziato a poco a poco, senza accorgermene. Via i braccialetti, via i jeans strappati, via la kefiah. Via la birrozza, le unghie nere, le serate di ubriacatura pesante. Via gli zainetti di canapa, le gonne gipsy, le maglie del Comandante. Via il fidanzato.

Probabilmente è crescere, mutarsi esteriormente.
Perchè dentro profumo sempre di rivoluzione, di gesta estreme, di megafoni nelle piazze, di Bakunin e Malatesta, di 99 posse.

Sorrido davanti alle mie lunghe unghie laccate in rosso, curate. Mai riuscii ad averne così, finivo per mangiarle e buonanotte al secchio.

Ma quest'anno mi allontano un pò da me, da questi vestiti attillati e questo intimo di pizzo.
Da questi stiletti e dai capelli, ormai, lunghi.
Faccio domanda d'erasmus, vedo di andare in Scandinavia. 

Mi manca Roma, c'è da dire anche questo.
Mi manca l'amaro con Anita, la luce fioca della camera piena di libri medici.
Mi manca anche il Primario che mi sorride in sala operatoria e mi fa una carezza quando gli dico che ho paura, che la chirurgia forse mi ruberà il futuro e la famiglia, che ho pianto dopo aver visto una paziente gonfia di chemio.

Aspetto questa vacanza, questi spazi nuovi. 
In fin dei conti siamo animali. Per quanto cambiare ci possa confondere, ci rende parimenti più attivi e concentrati.

Vi saluto

venerdì 19 luglio 2013

Sapore di Sale, Sapore di Male.

[Google's pic]
" E la grandezza della mia morale 
  è proporzionale al mio successo. 
  Così ho rifatto il letto al meglio, sai 
  che sembra non ci abbiam dormito mai... 

  Com'è strano il sapore che riesco a sentire 
  male di miele, male di miele. "
  [Male di Miele - Afterhours]

Pioggia, cielo del colore dell'immagine.
Cielo che odora di pioggia e di incertezze.

A giorni me ne vado nei Balcani, con una puntata in Grecia.
Mai come quest'anno meritavo di andar via, a respirare mare, senza betadine e primari e professori e libri davanti per una decina di giorni.
Dopo una lite furibonda con mia madre "decido" di far naufragare un proposito eccessivo, proprio stamani, sed nemo ad impossibilia tenetur, per quanto spesso io cerchi di valicare i miei limiti, a mò di sfida perenne contro questo ammasso di ossa e sangue e noia.

Aspetto lui, lo rivedrò dopo due mesi.
E poi me ne andrò, sperando di trarne qualcosa.
Oppure di trarne nulla, e sticazzi, non ne morrò nemmeno stavolta.

Buona giornata

lunedì 15 luglio 2013

Art Attack

[Google's Pic]

"Si dice che ad ogni rinuncia
 corrisponda una contropartita considerevole.
 Ma l'eccezione alla regola
 insidia la Norma."
[L'Eccezione - C. Consoli]

Oh-o!
Nel bel mezzo della solita paparazzata, vi faccio un sorriso e vi scrivo un post.
Vivere tra mentecatti, scappare, tornare e dargli dei mentecatti, beh prevede anche questo genere di conseguenza.

Da quando ho preso consapevolezza della mia me ed ho smesso di adombrarmi da sola, le solite storie e le solite accuse, hanno smesso di tangermi.

Mi faccio grasse risate e gli sorrido, prendendoli abbondantemente per il culo.
Però me li immagino domani, a sorridermi falsamente pur di avere un emocromo completo, un attimo prima degli altri.

Cazzo e come vi aspetto :)

Buona giornata, lettori.

domenica 7 luglio 2013

Pèrdono / Perdòno

[By Google]

"Non sarebbe bello,
  non farci più del male?
  Non sarebbe eroico,
  non essere degli eroi?
  Non aver paura... se capitasse a noi!"
[Riprendere Berlino - Afterhours]

Scrivo perchè in alcuni frangenti il silenzio non lo sopporto, non lo sopporto mica.

Sulla mia strada, mentre vagavo nel buio più totale e accecata da una luce fatua, qualcuno/qualcosa mi ha messo davanti una persona. Una persona intrigante, un alter-ego un pò più forte e un pò più fragile. Un alter-ego bello, almeno ai miei occhi, pieno di colore e di vitalità. 
E' arrivato senza preavviso, lo stronzo.
Si è presentato ad un concerto con una Peroni ed un panino e mi ha sconvolto le giornate, mi ha fatto scoprire il "senso", mi ha aperto gli occhi, piano piano, con la dolcezza di chi è tutto cuore. 
E' il mio dono più bello, è il mio pezzo.

Probabilmente lui non lo sa nemmeno, ma è bello così com'è, senza finzioni. E' bello perchè è il mio pezzo, perchè mi accarezza con il calore della sua anima, perchè, nel bene o nel male, mi protegge dal dolore. 

Alle volte sbaglia perchè ha paura, ed ha paura a mostrarsi indifeso, umano.

Quando capirà che l'Amo sopra ogni cosa, beh, allora mi farà uno dei suoi sorrisi un pò enigmatici, dall'altra parte della cornetta.
Verrà a Roma e non mi dirà niente, per non mettermi in subbuglio.

Dopo essersi perso quattro volte dalla stazione, riuscirà ad arrivare nel vialetto.
A quel punto citofonerà ed io gli aprirò la porta, dopo aver guardato dallo spioncino ed aver sgranato gli occhi.
"Scusa se sono in pigiama ma non ti aspettavo, scusa per i capelli scusa per...."

Nemmeno mi starà a sentire perchè sa che fingo bene, che in realtà potevo anche aprire ricoperta di fango, sarebbe stato lo stesso per me, come per lui.

E poi faremo l'amore, tre o quattro volte. E scoppieremo a piangere, per tutto quanto poteva accadere. 
Per quanto siamo stati sciocchi a volerci spacciare per eroi, dubitando della bellezza della quotidianità, anche se sporca, puzzolente e distorta dal caso o dalle nostre scelte più o meno giuste.
E dopo aver pianto mi farà ubriacare con uno dei suoi vini assurdi, restando sobrio, per farsi due risate.
Si arrotolerà una sigaretta e me la farà fumare, tanto sa che avrei provato gusto nello strappargliela dalle labbra, prima che potesse accenderla.

Forse fuori pioverà, speriamo.

Anche questo è per te. Non aver paura, ti ho fatto una promessa. Ti Amo.

venerdì 5 luglio 2013

Carne e Messi

[Taken from Google]

"Ho valutato i pro e i contro 
di una vita Rampante, 
scoprendo che l'amore passa 
l'Herpes è Per Sempre ! "

[Non si esce vivi dagli anni ottanta - Afterhours]

Oggi, insieme alla piccola, 
mi sono diplomata per la seconda volta anche io.
Sorrido, è un bel giorno per noi. 

Il solito piccolo intro post, alla Pink Floyd, che con il resto c'entra assai poco e che però fa ambient, guai non ci fosse. 
Come scrivevo commentando il post di un follower, c'è una espressione che spesso mi ronza nella testa, tra un esame e l'altro.
"Carne e Messi".

Un pò di annetti fa avevo un ragazzo assai intricato.
Fu una relazione lampo, addosso mi ha lasciato davvero pochi segni.
Vuoi per i pochi anni di entrambi, vuoi per la distanza invalicabile senza un'auto, insieme vivemmo poco e nulla.
Portava i capelli lunghi, si destreggiava bene tra filosofi e note. Ci conoscemmo quando suonavo in orchestra dove, ironia della sorte, ho conosciuto il mio attuale ragazzo stesso.
Stranamente, ciò che maggiormente mi segnò di questa storia, fu la sua fine.

Mi lasciò lui, brutto colpo per una ragazzina gonfia di deliri d'onnipotenza.
Mi scrisse una lettera che ancora conservo.
Tra le altre cose, mi lasciava perchè aveva bisogno di carne e messi.
Ci capii poco, onestamente, e ci piansi sopra pesante.

Nemmeno adesso riesco a capire cosa davvero volesse dirmi con quell'espressione.
Tuttavia, quando voglio esprimere l'inesprimibile ed ho bisogno di difendermi, è proprio così che chioso.
"Perdonami, ho bisogno ancora di carne e messi".

Vi saluto.

mercoledì 3 luglio 2013

Libertà?


"Lift up the receiver,
I'll make you a Believer!"
[Personal Jesus - Marilyn Manson ]

Mah, sì.
Tra i dodici ed i sedici anni il superuomo soddisfatto dalla Von Teese era uno dei miei "idols".
Un post non potevo non introdurlo con una delle sue hit, sarei stata cattiva verso la mia biondeggiante adolescenza mai conclusasi se mi ci fossi sottratta.

Premetto un umilissimo "perdono" per l'assenteismo dell'ultimo mese. 
L'università mi ha rapita e la farmacologia mi ha posseduta come uno dei più bollenti amanti, a tratti con la cupidigia di uno stalker, a dirvela proprio tutta. Sono una buona amante, si narra, quindi alla fine l'ho fatta mia come faccio più o meno sempre, più o meno. 

E gnente, adesso sto in libertà vigilata.

In realtà, a questa libertà profumata di alcool e di lentezza, manca sempre un pezzo.
Il mio pezzo preferito.
Il pezzo con cui so stare a letto un giorno intero, senza mangiare nè bere.
Il pezzo che profuma della mia libertà.

Vi saluto, a presto. 




giovedì 13 giugno 2013

Dance is Revolution


[Gezi Park - Istanbul . Manifestanti ballano il tango durante una carica della polizia]


Potrei credere solo a un dio che sapesse danzare . 
E quando ho visto il mio demonio , l' ho sempre trovato serio , radicale , profondo , solenne : era lo spirito di gravità , grazie a lui tutte le cose cadono . 
Non con la collera , col riso si uccide . 
Orsù , uccidiamo lo spirito di gravità !
Ho imparato ad andare : da quel momento mi lascio correre . 
Ho imparato a volare : da quel momento non voglio più essere urtato per smuovermi . Adesso sono lieve , adesso io volo , adesso vedo al di sotto di me , adesso é un dio a danzare , se io danzo . 

( F. Nietzsche - Così parlò Zarathustra )

Nel ballo, da anni, ci vedo una piccola forma di rivoluzione.
E questa foto mi accende l'anima, mi brucia nelle gambe, nelle braccia, sul collo del piede.
Il mio Dio è armonioso, è figlio dell'arte.
Il mio Dio è leggero, il mio Dio non è malato di fisica nè di gravità.

Il mio Dio, balla.

sabato 8 giugno 2013

... E la Legge Morale dentro di me.


Ma quanto eri bello?
Io volevo solo portarti a letto.
Ma quanto era bello? Io volevo solo,
portarlo a letto.


[Quanto eri bello - Maria Antonietta]


Oggi lotta vanagloriosa-farmacologica tra i miei due emisferi.
E' sabato, delizioso.
E' sabato, e quasi non me ne accorgevo.

Un collega scriveva che ai suoi vent'anni non piace la sua facoltà.
Ai miei piace quando non c'è sessione.
Stanchina, però c'è il sole. Ed è caldo, anche se sta già tramontando, qui a Narnia.

Comunque.
Se c'è una cosa che mi ha sempre affascinato, quella è il mio cognome.
Da piccola mi creava problemi perchè tendevano a sbagliarmi l'ultima, a sbagliare documenti, a rompere il cazzo 'nzomma.
Arrivata a Roma, con le mia bella fonetica appulo-lucana, iniziarono a rispondere tutti allo stesso modo, quando lo pronunciavo.

"EH?"
"Uhm, sì. Le faccio lo spelling. Sì, E come Empoli, sì. 
 No, non A di Ancona, No."

No.
Un prof mi chiese se fossi francese, un'altra disse che aveva una chiara radice spagnola.
Insomma, un affare bizzarro.

Chiesi lumi a mio padre, circa il nostro cognome.
Venne fuori una storia complicata e scoprii che non avevo trisavoli.
Il cognome partiva dal mio bisnonno, era stato inventato di sana pianta.

"Niente, il tuo bisnonno era nato da una relazione tra un signorotto e una domestica. 
Non potevano tenerlo e lo diedero ad una famiglia. 
Beh, sì, poi ne sono nati altri di fratelli, da quella relazione. 
E niente, sono stati affidati ad altre famiglie anche loro, con cognomi parimenti inventati."

Potrei essere parente di tutti, forse di nessuno.

Mi fa sorridere incrociare uno sguardo e pensare "forse abbiamo lo stesso sangue".
Magari questa è la radice della mia socievolezza, è tutto nascosto nel cono d'ombra del mio cognome.

Ho origini per metà nobili, per metà bastarde.
E mi va bene.
Mi va perfettamente bene, così.

lunedì 3 giugno 2013

The sound of Silence

[Google's pic]

"The words of the prophets are written 
on the subway walls, and tenement halls
and whisper the sounds of silence."


[The sound of Silence - Samuel and the Garfunkel]
Riflettevo sul suono del silenzio, tra ieri ed oggi.
Ammesso e non concesso che, il silenzio, ne abbia uno.
Quando qualcuno parte, ti si apre sempre una piccola breccia, dentro.
E dietro quella crepa, forse, c'è tutto il silenzio ed il suo sordo e caldo rimbombare.

Sono ubriaca di chiacchiere, di formule, di diete da fare e non fare.
E mi manca, mi manca anche il suo silenzio.
Che bel suono ha, anche quando tace.

Buona serata


mercoledì 29 maggio 2013

Un brindisi in Rosa

[Gian Lorenzo Bernini - Il ratto di Proserpina]

"Un imprevisto imprevedibile,
  e la mente si fa Labile.
  Ma saprò rispondere,
  se mi vorrai chiedere"
  99 Posse - Quello che

Bonjour bloggers!

Il francese non lo parlo, pur avendo fior di zii a Parigi.
Gnente, telefonavano a casa e dicevo "Oui. Passo mamma, oui."
Grande handicap, che peccato non averlo imparato a tempo debito.
Avrei avuto metà lavoro fatto, vista la grande richiesta di chirurghi in Francia.

Pazienzos, tocca adoperarsi.

Con questo post, chiudendo la parentesi degli incipit idioti che contraddistinguono gran parte dei miei scritti, volevo celebrare l'approvazione della Convenzione di Istanbul di ieri.

- Approvazione avvenuta in una aula Parlamentare semi-vuota, ma questi son dettagli.-

Con la convenzione si legifera finalmente sulla violenza nei confronti delle donne e se ne affrontano seriamente tutte le sfaccettature: dallo stalking alle mutilazioni genitali, dalla violenza carnale e psicologica all'ostico e dibattutissimo tema della parità dei sessi in senso pieno.

Il passaggio che però maggiormente mi ha colpito, tra gli 81 articoli, è questo:

Articolo 12 – Obblighi generali 
1. Le Parti adottano le misure necessarie per promuovere i cambiamenti nei comportamenti socio-culturali delle donne e degli uomini, al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull'idea dell'inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini.


Ve la lascio, vah.
Leggetevela un pò, chè una poesia emancipativa.
Poche tette al vento, tanti contenuti.
Che non sia la volta buona di un serio cambiamento?

A me, dall'alto della beata spensieratezza farmacologica dei miei 22 anni, brillano gli occhi.
Un brindisi a noi, Signore e Signorine.
Buona lettura.


martedì 14 maggio 2013

Pane, Amore e Lorazepam


"Ho letto Freud
non mi vergogno
e non l'ho letto con la pila di nascosto
e sul divano ho fatto un sogno.
Le mie cazzate
da grandi e grosse sono diventate misurate
e se a far male alla testa è un pensiero
non prendo un Tavor, magari faccio un giro. "

[Giua e Corsi - Totem e Tabù]

Non mi si aspettava.
E invece, nonostante le minacce di assenteismo, oggi pubblico.
Forse perchè, di  base, non ho gran voglia di Katzung e di benzodiazepine, quindi finisce che canticchio con Giua e Corsi e che mi faccio un caffè.
E scrivo.

Oggi bella giornata, belle notizie.

"Sai che penso?"
"Cosa."
"Che deve essere una gran rottura di scatole essere il medico di un medico."
"Ma io non sono ancora un medico."
"Ma rompi il cazzo uguale."

Adoro Deep. E' sempre speciale, a modo suo.


domenica 12 maggio 2013

Il Corpo Sa Tutto.


Sono stanca morta, porca l'oca.
Dovrei andare a fondo, con sta storia dei valori alterati, perchè il corpo sa tutto ed io, con i miei millemila anni di studio, non so un cazzo.

Giorni abbastanza pieni, è per questo che potrei sparire da questo spazio virtuale.
Se non doveste trovare nulla, sappiate che un occhio ce lo ripasso sempre, pur non aggiornando di continuo.

Vi saluto

martedì 30 aprile 2013

A Talamone sarebbe stato tutto tranquillo.

Mi ricordo, col sole, di una estate.
Anche in quei giorni c'era un bel sole, il mare era di un limpido tremendo, a due passi da casa.
E io nemmeno lo sapevo.

Avevo appena chiuso una storia, una storia da poche lacrime e tanti silenzi.
Avevo pochi anni e troppe emozioni, poca esperienza e troppo disincanto.

Leggevo Schopenhauer, mi dava un tono ed una consolazione ad un piccolo dolore.

Quel posto era bollente, le pietre riflettevano forte la luce.
La mia pelle era troppo bianca per reggere a così tanta impetuosità e così giravo con tuniche di foggia orientale, comprate qualche mese prima in uno di quei Paesi in cui le donne girano coperte per obbligo, non per il troppo sole o per la pelle troppo bianca.

C'era un bel clima.
La gente era serena, la mattina qualcuno si svegliava per andare a pesca, a pranzo siedevamo tutti insieme e mangiavamo leggero, con allegria.

Io me ne restavo su uno scoglio un pò isolato, con Nietzsche e Schopenhauer.
E andava bene così.

Ho conosciuto un amico, in quel posto surreale.
C'è stato tra noi qualcosa, qualche gesto sommesso per placare due piccoli dolori.

Eppure, quando annego e metto via i vestiti della mia anima in gabbia, ci ripenso a Talamone.
E mi sento meno sola, anche se, le acque limpide di Talamone, non lo sanno.




 

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