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venerdì 27 settembre 2013

Canzoni a Guiomar


Stanotte t'ho sognato, Guiomar.
Eri senza viso ed era notte.
Mi ti sei sdraiato accanto e ti ho riconosciuto, senza nemmeno guardarti negli occhi.

Era una situazione ambigua e tu non avevi odore e forse nemmeno parlasti.

La tua pelle era scura e lucida come un tempo, completamente glabra.
Il tuo corpo inizialmente era senza forma, ma mentre ti accarezzavo si definiva sotto le mie dita.
E più ti facevi reale, più capivo che eri proprio tu, Guiomar.

Io ero stranita, ma ti aspettavo.
Sapevo che un giorno saresti ritornato, per un caffè o per una vita intera.

Ti odio, Guiomar, questo post è per te.
Mi hai riempita di paure e di dubbi, mi hai illusa, mi hai fatto crescere prima del tempo.
Alla fine, com'è tuo costume, andavi via con un apprezzamento. 
"Sei la donna più bella che ho avuto, ed io non me ne sono mai accorto."

Dovunque tu sia, adesso. Con qualsiasi donna tu stia giacendo.
Vattene a fanculo, Guiomar. 
E non venire mai più a disturbarmi, nemmeno nei miei sogni, con le tue fandonie ed i tuoi apprezzamenti da due soldi.

Per me, tu, sei morto.

giovedì 19 settembre 2013

Follow Me.


"E con le mani, amore, 
 per le mani ti prenderò."
 [La donna cannone - Francesco De Gregori]

"Non me ne frega niente." Mi dice, in mezzo a una festa di paese.
Fa sempre così, se ne esce con queste cose a casaccio e finisco per capirci poco o nulla.
"De che?"

C'è un baccano infernale, intorno urlano, le mie compagne di classe parlano di idiozie e ridono e Dio solo sa quanto vorrei un kebab, visto che è già l'una. Di notte. E nemmeno ho pranzato.

"Non me ne frega niente di come ti muovi o ti atteggi con le altre amiche tue, del tacco che porti o non porti, delle gocce di profumo che hai sul collo. Non mi interessa nulla."

"Me' cojoni", direbbe la mia vicina frosinate, dopo aver sgranato gli occhi e aperto la bocca.

"Agli occhi miei, tu sei una femme fatale."
E dammi la mano, dannato. Chè con te ci voglio stare tutta la vita.

venerdì 13 settembre 2013

Red


"Musa, un pò puttana,
madre della mia bambina.
Ora che son forte so,
che sei più forte tu"
[Tutto domani - Afterhours]

Vuoi i due esami fatti, vuoi il cambiamento climatico, 'sti giorni mi sento parecchio produttiva.
Leggo, scrivo, giro, conosco gente, mi dedico al mio Amore.

Vuoi le bottigliette di amaro in frigo, vuoi il pacchetto di marlboro nel casetto, ho finito per buttarmi nei vizi, così, per catarsi. Stanca a pezza, mi riposo a casaccio, alla rebel-rebel.

C'è un bel cielo fuori, che fortuna.

giovedì 12 settembre 2013

giovedì 5 settembre 2013

Bevo Un Martini, con l'Aspirina.

[Taken from Google]

En e Xanax non si conoscevano prima di un comune
attacco di panico e subito filarono all'unisono.
Lei la figlia di una americana trapiantata a Roma,
e lui un figlio di puttana -
ormai disoccupata.

En e Xanax si tranquillizzavano
con le loro lingue al gusto di
Medicina Amara e chiodi di garofano.
Lei per strada e lui rubava i libri
della biblioteca e poi glieli leggeva,
seduto sopra un cofano.

Se non ti spaventerai con le mie paure, 
un giorno che mi dirai le tue 
troveremo il modo di rimuoverle. 
In due si può lottare come dei giganti 
contro ogni dolore 
e su di me puoi contare per una rivoluzione. 

Tu hai l'anima che vorrei avere. 

En e Xanax quando litigavano
avrebbero potuto fermare anche il traffico
di New York, uccidersi al telefono.
Lei si calmava, lui la ritrovava
nuda sulla sedia
e poi sovrapponevano il battito cardiaco.

Se non ti spaventerai con le mie paure,
un giorno che mi dirai le tue 
troveremo il modo di rimuoverle. 
In due si può lottare come dei giganti 
contro ogni dolore 
e su di me puoi contare per una rivoluzione. 

Tu hai l'anima che io vorrei avere. 

En e Xanas si anestetizzavano
con le loro lingue al gusto di menta e marijuana.
E poi si addormentavano.

E poi si addormentavano,
e poi si addormentavano,
e poi si addormentavano.

En e Xanax - Samuele Bersani

domenica 1 settembre 2013

R(h)ome

[Taken from Google]

"Via, via.
 Vieni via di qui."
[Vieni via con me - P. Conte]

Roma.
Casa infestata da bestie immonde, coinquilina altrove, solitudine a valanghe.

- cazzo, è tardi. Ora chiude il supermercato. -

Finisco di ripetere, mi vesto alla menopeggio.

Supermercato quasi desolato, nessuno entra, nè esce.

- dannazione, sta chiudendo. -

Accelero.

- Cos'è che dovevo comprare? Ah si. Quello, quello, quello. -

Sgrano la mia lista mnemonica della spesa, intanto corro, immersa nello sforzo mnemonico.

"Vattene, vattene, vattene!"
Un tizio mi viene incontro con un carrello e mi fa gesti.

- Grazie, sapevo di essere in ritardo. Gentile. -

Tiro dritto.

"Te ne devi annà via"

Incalza.
- E' pazzo- pensa la ragazza dal 30 e lode in psicologia clinica.

"Mi hai sentito? Vattene via, stanno a fa 'na rapina. Vattene, veloce."

Giro i tacchi, cammino via.

Porca la puttana, ho sudato ghiaccio.
Grazie per il benvenuto, Roma.
 

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