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venerdì 7 novembre 2014

Il luogo comune

[La Trahison des images - Magritte]

"Il conformista
è uno che di solito sta sempre dalla parte giusta
il conformista
ha tutte le risposte belle chiare dentro la sua testa
è un concentrato di opinioni
che tiene sotto il braccio due o tre quotidiani.
E quando ha voglia di pensare pensa per sentito dire
forse da buon opportunista
si adegua senza farci caso
e vive nel suo paradiso."
[Il conformista - Giorgio Gaber]


Non c'è cosa più svilente, unticcia e mortificante del luogo comune, dell'apparenza, dell'"io son colei che mi si crede!"
E oggi, con sto post, parto a bomba con la profanazione dei sepolcri imbiancati.

Sottoporrò alla vostra attenzione diversi aneddoti e a ciascuno darò un nome, corredato da un' immagine.
Il primo lo chiameremo, vediamo. Sì.

LA NUTRICEUTICA

[web's]

Quad'ero piccola, qualche discendente dei maori finito per sbaglio nel carnaio della mia famiglia, mi mise in testa che mangiando il cervello degli animai sarei diventata una persona intelligente.
E allora, facendomi coraggio, ingurgitavo circonvoluzioni su circonvoluzioni.
Mi tappavo il naso, certo, ma non lo davo troppo a vedere perchè la posta in gioco era troppo alta: o ingoi o non diventi la nuova Montalcini.
E l'astrolabietta ingoiava, pregustando i "bravissima" della maestra.
Qualche anno dopo venne fuori la storia della BSE, della mucca pazza.

E fortunatamente questa tradizione immonda ebbe fine.

Un altro aneddoto, ben più audace.

L'ABITO ED IL MONACO

[Il giorno dopo - Munch]

Avevo un fidanzato qualche annetto fa, tal P.
(Conosce questo spazio e probabilmente starà leggendo, gli sorrido amabilmente attraverso il monitor)
Dicevo, P.
Capellone, rockettaro. Ed io appena adolescente.
Quando mio padre lo intravide mi chiese se m'avesse dato di volta il cervello e volle sapere se era tossico, se era un tipo apposto.
Probabilmente già mi si immaginava in un qualche vicoletto con una siringa piantata nel braccio e con il fegato indurito dall'epatite C.

P. era un ragazzo di una dolcezza e di una sensibilità inaudite.
Completamente astemio e assolutamente non fumatore, figurarsi se eroinomane.
E, dulcis in fundo, lettore della Bibbia nei momenti buchi.

Ma questo a mio padre non lo dissi, mai.

LA DERMATOLOGIA
[Sezione di derma affetto da psoriasi - google's]

La prima volta che entrai in un ambulatorio di dermatologia, mi chiesi che accidenti ci stessi facendo lì dentro.
Vidi prescrivere pomate per la pelle secca e costosissimi shampoo per effluvium.
Mi venne in mente mia madre, che mi diceva “la medicina non è questo, vai per altri lidi.”

Da un mese ci sono tornata.
Quando ho fatto le cose a caso, nella vita, non ho mai avuto rimpianti: al massimo qualche risata in più in saccoccia.
Mi sono seduta e ho visto.
Ho visto fiori di ragazze smettere di uscire di casa per le aree depigmentate dalla vitiligine e giovani donne indossare pesanti parrucche pur di sembrare “normali”.
Ho invidiato la determinazione di chi riesce a smettere di andare al mare per paura di un nuovo carcinoma basocellulare da tagliuzzare via.
Ho letto qualsiasi sfumatura di paura negli occhi di coloro ai quali viene diagnosticato un melanoma, quand'erano andati dal dermatologo solo per un controllo, chiedendo un'ora di permesso da lavoro.
Chè tanto tutto resta sempre uguale.

Ma la cosa più dolorosa, credetemi, è stato percepire il dramma di chi vede i propri rapporti interpersonali, le proprie abitudini di vita, sgretolarsi via a poco a poco. 
La psoriasi riusciva a devastare pelle ed identità, contemporaneamente.

Voi forse non mi crederete.
Ma vi giuro, che io ho visto quanto male può fare l'emarginazione.
E quanto male può fare l'ignoranza.


E allora finiamola con questi luoghi comuni cel'hoduristi ed impariamo a portare rispetto.

Coi vostri deliri d'onnipotenza, ho già una mezza idea di cosa farci.
 

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