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giovedì 1 gennaio 2015

Triangolazioni improvvisate e Rivoluzioni in stand-by

[Frozen in time - Rune Christensen]

“Tutti gli uomini sono pazzi. 
E chi non vuole vedere dei pazzi 
deve restare in camera sua. 
E rompere lo specchio.” 
[ Donatien-Alphonse-François de Sade]

Oggi caldi flussi di coscienza per voi - tra mille mie assenze - amici miei.

"Oh, allora? Che dite? Come va?"

Caffè nel pomeriggio, solito triangolo.

"Cazzo vuoi che ti dica, Astro."

Deep spesso esordisce così, tra il mesto ed il "me ne fotto". 
Spesso e volentieri con un cazzo o con un sticazzi. 
Eppure è lesbica.
Ma questa è n'altra storia.

"Di merda."

Abbassiamo gli sguardi. Certe triangolazioni emozionali fanno assai male.

"E tu, F.?"

F. è sempre foriera di novità, e questo noi lo sappiamo.
Era foriera di novità già dal liceo, quando ci raccontava di questo o di quell'altro tipo che aveva conosciuto in un luogo geografico non ben precisato, o ricordato. 
Oppure ci diceva di questo e di quell'altro tipo, insieme.
Storie assai complesse, chè a ricordarle in questo marasma di "auguriauguri" e di camicette bontòn, senza nemmeno una vodka sottomano, fanno assai saudade.

"Parto per la Siberia, sto via tre, forse quattro mesi. Ancora non lo so."
"E M.?"
"E M. boh, che ne so. Verrà a trovarmi."

Un po' di sconvolgimento.
Io e Deep ci guardiamo.
Un sorriso complice, macchiato di topping alla nocciola.

Per me un altro caffè. Chè, sta dannata caffeina, è sempre troppo poca.

"Astro, tu?"

Non ho cazzi da frapporre tra me ed il triangolo, nè viaggi in Siberia con cui deliziare gli interlocutori.

"Studio, che devo fa."

"Cheppalle oh."

Son sei anni che il copione si ripete, fedele a se stesso. 
Al mio "studio", pronunciato dietro lenti sempre più spesse, fa eco un sonoro cheppalle.

Stavolta ci spariamo una mezza risata.

"Se fai psichiatria veniamo da te."
"Sarei fallimentare, mi si ammazzerebbero tutti."

Risata bagnata di brandy. E di ricordi. 
Col triangolo abbiamo vissuto bei momenti.
Megafoni in mano, converse ai piedi, nottate cinematografiche, pipe turche e superalcolici di qualsivoglia natura. Feste, festini, case vuote e case da riempire.

"Quando ci rivediamo?"
"Presto."

Presumibilmente è finita qui, la nostra personalissima ed ambitissima rivoluzione.
Si è poggiata sul bordo del caffè corretto di Deep, sui caratteri stampati dei biglietti aerei di F. e sulle sottolineature a righello dei miei libri.
Un giorno la riprenderemo, ma questo, qui ed ora, io non lo so.

Oggi è il primo giorno di un principio nuovo. E questo basta.
Buon anno.
 

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