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mercoledì 27 marzo 2013

MaChe,DDavero?

Come ho già detto, oforsenò, parlo spesso in romanesco nei miei post, ma non sono romana mancopegnente.
Tutt'altro, sì.
Vengo da una regionella abbastanza sfigata del sud, un posto tutto prati e monti e mucche e vuoto.

Roma mi ha adottata da quattro anni, con grazia.

Pur vivendo in un quartiere alquanto alto-borghese (non perchè io sia alto-borghese, stassentìchefregnaccia, ma perchè vicino alla mia università alto-borghese), mi capita di svegliarmi a suon di romanesco. 

Com'è successo ieri mattina, tipo.

Ho la sciagura di vivere nel palazzo della mia padrona di casa, bionda sessantenne ruggente-animalier, ex-accanita fumatrice, attualmente divorziata ed inacidita dalla vita, dall'universo e da tutto quanto.

Dicevo, la sciagura.

La signora AMA scambiare pacifiche conversazioni con sua madre, reperto bellico degli Abruzzi pre-unitari.
Tipo ieri mattina, per esempio.
Tipo ieri mattina alle sei e mezza, per esempio.

"AMàààààààà, nun te reggo più ! Te devi sta zitta màààà!"
"Vabbè, basta che te stai zitta pecchè me stai a rrovinà a ggioventù! Te rendi conto? Manco 'na vacanza me posso fa, amààààààààààààààà !"

Tipo io oggi avevo un esame, per esempio.
Tipo avevo diritto alle dovute ore di sonno e di silenzio, giustamente.

Finisce che poi inizi a diventà trucido, a infrizzicà pezzi de romanesco, alla Trilussa.

Da oggi sono in vacanza, enfin.
E benedizione.

mercoledì 20 marzo 2013

Abbi Dubbi

Joan Jett

Ho avuto ettolitri di dubbi, nella mia gramavita - vitagrama.
Il primo dubbio iperbolico me lo sbatterono davanti i miei.
Dovevo decidere come chiamare o non chiamare la sorellina.
Bah, a quattro anni son begli affari.

Il secondo venne fuori sugli otto. Violino o Pianoforte. 
Violino.
Forse per il suono, forse perchè il maestro era più gnocco. 
[ero già abbastanza sveglia, tocca ammetterlo.]

Il terzo nonmeloricordopiù.

Il quarto fu il futuro.
Dopo la parentesi dell'astronauta, poi della maestra e poi della cantante rock, mi feci rapire dallo spot della swatch sul primo trapianto di cuore.

E scelsi di voler fare il chirurgo.

E finisce che, dopo 10 anni dalla scelta, nel chiuso degli striminziti spogliatoi delle donne, mi guardo allo specchio in divisa verde e mi commuovo.
Sono tutta tosta e tutta scena, signori.

Buona serata

giovedì 14 marzo 2013

Tanto è fumata nera.


Buongiorno a chi s'imbatte in questo spazio e, sfiduciato, sentenzia:
"Ennò, n'artra foto de San Pietro nun la posso aregge"

Fermo, amico annoiato, non chiudere tutto.
Leggete armeno er post.

Ieri, giornata di studio. Tra Aorte dissecate ed emboli polmonari, m'imbatto nel messaggio di una collega universitaria "16.15 scappiamo da farmaco e andiamo a Piazza San Pietro, sì?"

 - Tanto è fumata nera - dico.
 "Ok." Rispondo

Sì, vero. La coerenza non è mai stato esattamente il mio forte.

Pioggia scrosciante, cielo padano che più padano non si può con qualche nuance grigio-londinese, però chiudo le sudate carte. E parto per San Pietro.

In Piazza facciamo il Totopapa.

 - Per me è l'Americano, quello s'è rivenduto i beni della Chiesa per risarcire le vittime della pedofilia -
"Bello, ci piace il papa che mette prima gli altri e poi i beni. E che parla di pedofilia."

 - Per me è quell'altro, là. Il papa nero. - 
"no ma statte zitto pe ccarità, che Nostradamus c' ha visto ggiusto na vorta e due pure"

- Per la suorina davanti è indifferente chi sia e per l'amico ciellino, perchè tutti hanno un amico ciellino, non può essere altri che Monsignor Scola. -

La pioggia scroscia sempre più forte, viene giù a catinelle e ad un certo punto pare stia proprio grandinando.
Una TV tedesca cerca di intervistarmi in tedesco, ma io - il tedesco - proprio non lo parlo e finisce che sparo una frase circostanziale in English.

Aspettiamo la fumata delle cinque, ma il gabbiano non si sposta ed il comignolo non emette nemmeno uno sbuffo. Che sfiga. 
- Se fuma, allora è nera. - penso. 
Ma proprio non vuole fumare, quel comignolo.

La signora davanti è mia corregionale e m'inizia a parlare dei millemila nipoti, delle figlie e di quando lei è stata battezzata. Non so perchè, i corregionali del meridione, quando s'incontrano si sentono automaticamente a casa e tendono a raccontarti ogni dettaglio della loro vita.

Sono le sette e ancora non fuma. Sono le sette e cinque, ed è fumata bianca.
Gioia in piazza, salti a destra e manca. Spintonando arriviamo avanti, molto avanti.

"Habemus Papam"

E finisce che, pur non essendo il più fervente tra i ferventi cattolici, ti senti un pezzettino nel puzzle della storia, una voce che urla nella piazza gremita.
Quando il papa sceglie il nome Francesco i visi di mille colori quasi si commuovono.
Francesco sa di umiltà, sa di ultimo. 

Che poi il papa sia un Gesuita ed abbia scelto il nome più in onore di San Francesco Javier che per il Povero d'Assisi, in tutta onestà, interessa poco. 
Che poi Nostradamus, in una celebre quartina, abbia predetto l'avvento del crudele papa nero, punto di riferimento massimo della Compagnia di Gesù, interessa ancora meno.

Era visibilmente sorpreso, Papa Francesco.
Ha arrabattato tre parole, niente massime shock o sententiae radical chic e le ha scaldate con l'accento latino americano.
E ci ha invitato a pregare, in piazza.
C'era un silenzio magico, un silenzio che ti squarcia e che davvero non ti aspetti.

Auguri Papa Francesco. 
E speriamo bene.

giovedì 7 marzo 2013

frisbee

A voi piace, il mare? A voi piace quel suo movimento eterno, sempre uguale e sempre diverso? Quelle increspature piccole, quei riccioli che ha perfino quando è calmo? Pagherei. Per un pò di salsedine solo. Per un pò di sabbia e di bimbi che si lanciano il freesbee, per i vecchi della bassa Romagna con le bocce ed i gessetti. Invece, niente. Una casa vuota, non volano frisbee ma silenzi, sempre più simili a loro stessi. Vorrei, in questo piatto succedersi di giorni e di visi, un pò di suono del mare. E andrebbe già bene, così.
 

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