
M. C. Escher, Three Spheres II, 1946
L'esercizio di stile è una specie di parcheggio in retromarcia, io credo.
Accosti: Specchiettospecchietto, sterza tutto a destra, metti la retro, entra e poi risterza.
Funziona, in linea teorica. Ha una bella teoria, assai sintetica. Talmente armoniosa che, mentre te la sgrani nel Rosario della memoria implicito-procedurale, punto per punto, il parcheggio ti pare già fatto.
Solitamente, a spiegarti l'esercizio degli esercizi di stile, è un uomo.
"Guarda, è un sacco facile."
T'impettisci, ti chiedi
"com'èpossibilecheleDonnenonsappianoguidare-
maguardastomaschilismodov'èchecihaportate-
machevergogna. Tranquille,
sorellenelreggisenobruciato,
CHEIOVIVENDICOTUTTE!"
O giù di lì, nzomma.
Prendi, accosti.
Specchiettospecchietto e tutto quanto.
Sterzi, retro, entri.
Cazzo, il marciapiede non l'avevi calcolato mica.
E
E
"emmò o sbaja, er parcheggio".
E infatti, lo sbagli.
"Sì, ma ci sono altre variabili."
Il Raymond Queneau della situazione sta iniziando ad esercitarsi. Un bel feedforward in azione, facciamo fruttare tutta l'LTP di questo mondo ed il VOR non ci deluderà.
E tu, donzella al volante pericolocostante, che fai?
Sorridi al tuo istruttore di guida : compagno di viaggio, cugino più grande, padre, amico fedele, fidanzato storico, compagno di giochi dell'ultimo minuto, signore a cui stavi per fare una fiancata da € 2000 e, serafica, gli dici:
"Non preoccuparti.
Bene o male,
un parcheggio a spina di pesce
si trova.
Sempre."
E l'esercizio di stile, a quel punto, rapirà anche lui.
Io mi sono fregata da sola, quando ho pensato che negli esercizi di stile avrei mostrato troppo palesemente il mio essere capra persino nella scrittura. Praticamente, come arrivare al parcheggio e accorgersi che le chiavi le hai chiuse dentro l'auto. Bruciata in partenza :D
RispondiEliminaHai sempre il tempo per riprovare. L'esercizio di stile è una buona maschera, può diventare talmente stereotipato da nascondere la più blanda personalità.
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