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domenica 1 giugno 2014

E che ce voi fa'.

[web's]


"C'era una grande festa nella capitale
perché la guerra era finita.
I soldati erano tornati tutti a casa e avevano gettato le divise.
Per la strada si ballava e si beveva vino,
i musicanti suonavano senza interruzione.
Era primavera e le donne potevano, dopo tanti anni,
riabbracciare i loro uomini. All'alba furono spenti i falò
e fu proprio allora che tra la folla,
per un momento, a un soldato parve di vedere
una donna vestita di nero
che lo guardava con occhi cattivi."

Samarcanda - R. Vecchioni

Cara la mia Flora,
questo post sarà tutto per te.

Entro in una chiesa che non mi appartiene, tu forse non lo sai, ma dopo due anni il sabato sera ancora non fa sconti per nessuno.
Un parroco mai visto, giovane e simpatico "come je sarà venuto" penso.
Vabbè, ma questo non è affare mio.
Abito talare, sorriso simpatico. A occhio e croce c'avrà un 5-6 anni più di me.
Ieri una fiaccolata, io non ci sono andata Flora, ma tu sicuramente c'eri, quando mi sono affacciata m'è sembrato di vederti. Almeno in due di quelle fiaccoline c'erano i tuoi occhi sorridenti, almeno, a me così è sembrato.

Quando c'è l'omelia, Flora mia, mi prende sempre un pò di sconforto.
-Percaritàdiddio, cerca de non piagne.-
Mi dice l'omino della coscienza.
Reggo.
-Bravissima Astro, cazzuta, reggi. Finita l'omelia, sicuro non piangi più.-

"Non so se qui avete una qualche associazione che raduni i genitori delle vittime della strada"
"Sì, ci siamo"

E' tua mamma a rispondere.

"Quand'è morto suo figlio?"

E' tutto un fiorire di date. Quanta compagnia hai, amica mia?
I miei "problemi" si sciolgono e mi chiedo perchè non sia voluta rimanere a dormire, stamattina. Mannaggiammè.

13 aprile.
Deja-vù fortissimo.
Io me lo ricordo quel giorno, Flora.
Ci siamo viste due giorni prima, mi hai sorriso.
Mi ero ripromessa di ringraziarti per le belle parole che mi avevi scritto in bacheca, qualche tempo prima.
Non potevo disturbarti, ma tanto pensavo che il tempo sarebbe bastato.

"Che fai?"
Ero appena arrivata a Roma dopo le vacanze di Pasqua e con me il mio lui, ero contenta.
Ho risposto scocciata al telefono.
"Che c'è, papà?"
"Senti, ti devo dire una cosa."
"E forza che devo ancora sistemare le cose"
"C'è stato un brutto incidente, si è fatta male una tua amica. Si è fatta male seriamente, alcuni dicono sia morta."

S'è gelato il tempo, Flora.
Credo di aver preso un'aspirina a stomaco vuoto, di aver rischiato di vomitare sangue.
Io poi non c'ho capito più niente.
Per mesi non sono riuscita a sentire "stairway to heaven" e tuttora ho difficoltà ad ascoltarla senza scoppiare in lacrime.

So solo che dovevo dirti grazie, ma che il tempo non me l'ha permesso.
Ti penso spesso, il tuo libro è nella mia libreria, c'è il tuo nome sopra.
Certe volte lo sfoglio, quanta vita m'hai passato...

Solo un arrivederci per te, amica mia.
A presto.
 

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